00 19/08/2009 22:13
Baudelaire
LE LITANIE DI SATANA


Tu, l’angelo più bello e saggio della corte,
Dio spogliato di lodi, tradito dalla sorte,


Satana, abbi pietà della miseria mia.


Principe dell’esilio, che hai subito un torto,
e che, vinto, ogni volta più forte sei risorto,

Satana, abbi pietà della miseria mia.


Tu che sai tutto e regni sul mondo sotterraneo,
guaritore domestico delle ferite umane,


Satana, abbi pietà della miseria mia.


Tu che al lebbroso e al paria comunichi l’amore
e che del Paradiso fai sentire il sapore,

Satana, abbi pietà della miseria mia.


Tu che pur dalla Morte, tu grande antica amante,
generasti Speranza, la folle e affascinante,


Satana, abbi pietà della miseria mia.


Tu che al proscritto dai lo sguardo calmo e altero
che davanti al patibolo danna un popolo intero,


Satana, abbi pietà della miseria mia.


Tu che sai in quali angoli delle terre invidiose,
Dio, geloso, ha nascosto le sue pietre preziose,


Satana, abbi pietà della miseria mia.


Tu che con occhio chiaro vedi i profondi valli,
dove sepolta dorme la folla dei metalli,


Satana, abbi pietà della miseria mia.


Tu che con l’ampia mano nascondi i precipizi
al sonnambulo errante sull’alto di edifizi,


Satana, abbi pietà della miseria mia.


Tu che magicamente rendi all’ubriaco elastiche
le ossa quando i cavalli di notte lo calpestano,


Satana, abbi pietà della miseria mia.


Tu che per consolare il debole nel rischio
ci insegni come zolfo e salnitro si mischiano,


Satana, abbi pietà della miseria mia.


Tu che imprimi il tuo marchio, o complice sottile,
nella fronte del Creso implacabile e vile,


Satana, abbi pietà della miseria mia.


Tu che nel sentimento della ragazze poni
il culto delle piaghe, l’amore dei barboni,


Satana, abbi pietà della miseria mia.


Bastone di esiliati, lampada d’inventori,
confessor di impiccati e di cospiratori,


Satana, abbi pietà della miseria mia.


Padre che adotti quelli che Dio, da ira sconvolto,
scaraventò dall’Eden, lontano dal suo volto,


Satana, abbi pietà della miseria mia.



Charles Baudelaire " I FIORI DEL MALE "









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